Giancarla Frare
Come confine, quasi, certo
Quello che viviamo pare disfarsi in una memoria approssimativa che cancella, ricompone, confonde. La storia diventa frammento, frattura, non più riconducibile a un’interezza, a una integrità.
Eliana Petrizzi
Quel senso di finitudine
Dipingere e vivere sono sempre state una identica cosa. La vita trascinata nello spazio della tela. Vivere e dipingere con un identico respiro. L’euritmia, quel confine che si stabilisce, se pur fragile, fra il corpo dell’artista -la sua mano- e il corpo dell’opera.
Gloria Pastore
bellezza, eros, trasgressione e inquietudine. La dimensione del simbolo più che del sintomo.
Tutto è mosso dall’archetipo della bellezza che ha in se l’eros. Affascina, seduce, trasforma. Desiderio di trasgressione ed inquietudine, forza propulsiva di vita che mette spesso insieme gli opposti, talvolta stridenti, nella dimensione del simbolo più che in quella del sintomo.
Renata Petti
il profondo è la pelle
Ci mancano i corpi. I corpi sono diventati inaccessibili, anche nell’incontro, in cui soprattutto noi occidentali abitanti del Mediterraneo entriamo con la stretta di mano nella sfera di un altro corpo, ci viene negata la corporeità.
Isabella Ciaffi
il tempo dell'attesa
All’incertezza dell’inconscio desiderio di rincorrere il colore contrappongo la certezza del colore come simbolo romantico di una bellezza quasi irrappresentabile. Il colore è profumo. Il colore è l’essenza dei sali che resta sulla pelle e che l’attraversa mescolandosi con la linfa vitale