In testata

Immagine superiore: Eliana Petrizzi – olio su tela

Immagine inferiore: Franco Sortini  – fotografia

Link: 

www.elianapetrizzi.com

www.francosortini.eu

 

EXHIBITION

14 maggio 2022

Montoro/Contemporanea – Direzione artistica Gerardo Fiore

Eliana Petrizzi Franco Sortini  

Tendere all’infinito

a cura di Michelangelo Giovinale

luogo: Pinacoteca Provinciale Salerno  –  Italy

Fra gli eventi di maggio a Salerno proposti da Montoro/contemporanea con la direzione organizzativa di Gerardo Fiore -vernissage sabato 14- la mostra che incrocia le ricerche decennali di Franco Sortini nella fotografia d’autore e Eliana Petrizzi, pittrice di riconosciuto talento, entrambi gli artisti apprezzati in campo internazionale.

A serrare il dialogo fra i due, concettuale e nella scrittura espositiva ci pensa Michelangelo Giovinale, in questa mostra allestita nelle cinque sale della Pinacoteca, di recente oggetto di un pregevole restauro.

Quelle di Petrizzi e Sortini sono ricerche, solo apparentemente diametralmente opposte, fra pittura e fotografia, in realtà -scrive Giovinale nel testo che introduce la mostra- sono perfettamente sovrapponibili, in una insolita chiave metafisica per entrambi, un tratto nuovo della loro ricerca.

Fra i due, lo sguardo si concentra sul paesaggio, rurale per Petrizzi urbano per Sortini.  Luoghi del quotidiano, comunemente attraversati ma svuotati di presenza umana. Nessun corpo, nessuna figura, sospesi in una coltre di silenzio, un impatto visivo con il mondo reale che a tratti appare come mondo impossibile. 

In realtà, chiosa Giovinale- di entrambi viene fuori una straordinaria capacità di osservare il mondo, in una misura comune ad entrambi, di saper leggere i luoghi più comuni della nostra esistenza, come nuova scoperta, nuova epifania. 

Eppure, gli scatti di Sortini o le tele della Petrizzi, perfettamente in dialogo, paiono, in questa mostra come mondi altri, nuova scoperta. Il nostro mondo come un’altro mondo, eppure il reale è lì.

La mostra gode del patrocinio della Provincia di Salerno, del Comune di Salerno, del Comune di Montoro, dell’associazione culturale Contemporaneamente. Partner della mostra la storica casa editrice Gutenberg edizioni.

 

 

Introduzione alla mostra

Non vi è presenza alcuna, direttamente visibile dell’essere umano, né figure, nessun corpo, nulla che possa dirci di una presenza oggettiva, tangibile, reale, nell’abitare i luoghi, in ambedue le ricerche condotte nella pittura e nella fotografia da Eliana Petrizzi e Franco Sortini.
Luoghi che sembrano non coincidere con la realtà, nelle umide atmosfere di paesaggi rurali e in quell’architettura fotografica dell’urbe, dove il timer del countdown quotidiano, caotico sembra essersi azzerato. Immagini solitarie che emergono sospese, nelle parentesi di un silenzio, in quei luoghi che si mostrano, come davvero sono, con la loro percettiva immanenza.

Dunque, nessuna presenza.
Eppure, nella ricerca di Petrizzi e Sortini, in modo così avvertito si distingue, nettamente, la raffigurazione poetica di uno spazio assoluto, distillato dal superfluo, da entrambi risolto con una decennale ricerca. Immagini che approdano ad una sintesi formale, estrema, ove, quei luoghi attraversati, siano essi dipinti o fotografie, sembrano provenire da un altro mondo, una fuga dal nostro mondo, in una dimensione al di là del mondo, tutte evocano, un profondo senso di spiritualità.

Ma il mondo è lì, Il reale è lì.
In quella bellezza affranta che resiste, occultata nel retro di un diaframma che si fatica a distinguere, fra visibile e invisibile. Vuoi che a muovere il lavoro di Petrizzi e Sortini sia una certa l’inquietudine di fondo, una ricerca affannosa di uno spiraglio di luce, vuoi che sia quel tempo sospeso negli orizzonti metafisici e nelle lunghe prospettive, che pittura e fotografia restituiscono in quelle immagini di porzioni di vita, fra architettura e natura.

Vi è, poi, per entrambi un’accelerazione dei timbri cromatici, impressa alle rispettive opere e che risulta essere inversamente proporzionale. Petrizzi, nei toni caldi che saturano fino al fondo la scala della materia pittorica e generano immancabilmente dal buio, Sortini che rischiara il fotogramma privandolo d’ombra, verso un biancore ceruleo dell’immagine che risale verso la luce.

Nella realtà generalizzata delle immagini convenzionali, senza peso e senso, impersonali, le ricerche di Petrizzi e Sortini si configurano come un esercizio di scavo profondo, rigoroso e interiore a tratti spirituale.

L’immagine alla quale gli artisti puntano è la risultanza di una condizione squisitamente mentale, di proiezione dal reale verso una dimensione altra, trascendente, di un altrove che nelle due ricerche non cede, mai, alla levigatezza priva di trauma del presente. Oscillano, entrambi, verso un’unica profondità. Su ciò che l’occhio afferra dai rispettivi luoghi della loro ricerca, nel saper interpretare -vuoi che sia una luce velata sino ai bordi, vuoi che sia il fianco di uno scoglio in mezzo al mare- la vita, che pur c’è, dietro le apparenze e nelle pieghe dell’immanenza.

Difronte alle opere, nonostante il paradosso che vuole la pittura in antitesi alla fotografia nella costruzione dell’immagine, con un procedere inclusivo sulla tela, escludente nella costruzione del fotogramma, le ricerche in mostra appaio singolarmente sovrapponibili. Per quella tensione che Petrizzi e Sortini estraggono dal loro vedere, nell’attraversare luoghi della memoria, che poi, oggettivamente sono i nostri luoghi, ci rivelano una straordinaria forma ed una forza insita e viva del mistero.

È la cifra più propria della loro poetica: quel mistero dell’immanenza del mondo. Riuscire ad elevare a icona la semplice presenza, la più consueta, familiare, quotidiana, del nostro tempo. Scontrarsi con la loro ricerca equivale a svegliarci dal sonno. Osservare il mondo con occhi diversi, senza per questo ricondurre le cose a banale evidenza, il cui uso ci é comune, scontata la loro presenza.

L’impatto è con il reale ma in un risvolto impossibile.
È questa la via che percorrono Petrizzi e Sortini nelle rispettive arti. Non vi può essere scoperta se tutto è praticabile e possibile, privo di incognita. Il mondo è lì. In quella misura che Petrizzi e Sortini restituiscono dello spazio intorno a noi. Un altro reale, un altro mondo dentro il mondo, non mai visto prima, eppure, ogni giorno sotto i nostri occhi.
Non vi è evento senza alcuna nuova scoperta. Affinché vi sia evento, nuova epifania, è indispensabile la venuta dall’impossibile. Dall’infinito.